20 marzo 2019
Il cibo è vita. Ma gli sprechi alimentari sono un problema economico, etico e ambientale. Un enorme problema. Non interamente riconosciuto, pubblicizzato e compreso. Sapete qual è la percentuale di cibo che viene sprecato ogni anno? Il 30% della produzione alimentare totale destinata al consumo umano, pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. Si tratta di un problema economico perché gli sprechi di cibo hanno un valore che ammonta a 680 miliardi di dollari nei paesi industrializzati e 310 miliardi di dollari nei paesi in via di sviluppo (fonte: FAO).
È un problema etico perché oltre 1 miliardo di persone soffrono la fame. Una persona su sei sul pianeta non ha a disposizione cibo sufficiente per vivere una vita sana (fonte: The World Facts). Ogni anno, i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo (222 milioni di tonnellate) dell’intera produzione alimentare netta dell’Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate).
Infine, i rifiuti alimentari sono anche un problema ambientale: acqua e terreni vanno sprecati. Il cibo inviato alle discariche genera metano che è circa 20 volte più dannoso per l’ambiente della CO2. Inoltre, con gli sprechi di cibo, si produce inutilmente l’8% delle emissioni di gas serra globali, contribuendo al surriscaldamento globale e al cambiamento climatico (fonte: Commissione europea).
Naturalmente, il problema degli scarti alimentari va risolto alla radice. Riduzione, riutilizzo e riciclo (la strategia delle 3 “R”) dovrebbero avere sempre la precedenza in un sistema tipico di gestione dei rifiuti. Ma la realtà è che vi è disparità tra le aree in cui si produce la maggior parte degli sprechi alimentari e le zone in cui si trovano le persone che muoiono di fame.
Pertanto, se osserviamo più attentamente i numeri, alcuni dei problemi legati agli scarti alimentari possono essere parzialmente risolti mediante l’energia, in particolare grazie alla cogenerazione. Frutta e verdura, oltre a radici e tuberi, hanno i tassi di spreco più elevati rispetto a qualsiasi altro alimento: i quantitativi globali annuali ammontano a circa il 30% per i cereali, 45% per le piante da radice, frutta e verdura, 20% per semi oleaginosi, carne e latticini, 35% per il pesce (fonte: FAO). Si tratta delle matrici perfette per la produzione di biogas.
AB ha recentemente fornito un impianto di cogenerazione di 850 kWe a Hitachi Zosen Inova (HZI), leader globale per le soluzioni di gestione dell’energia e dei rifiuti. L’impianto è appena stato installato nella contea di San Luis Obispo, in California, determinando uno dei più ambiziosi obiettivi di azzeramento delle emissioni negli Stati Uniti. L’impianto di HZI produrrà circa 2.900.000 Nm3 di biogas e 22.000 tonnellate di compost di alta qualità e fertilizzante liquido all’anno a partire da 33.000 tonnellate di rifiuti verdi e rifiuti organici. Verranno aggiunte altre 8.000 tonnellate circa di rifiuti alimentari. Tutto il biogas verrà convertito in elettricità rinnovabile, fornendo una resa energetica di 6.200.000 kWh/anno, sufficiente a coprire il consumo annuo di oltre 600 abitazioni. In AB, siamo orgogliosi di contribuire a un progetto in grado di ridurre l’impatto ambientale in uno stato significativo come quello della California, creare posti di lavoro a livello locale, generare energia rinnovabile e fornire una soluzione efficiente per un’economia circolare in cui i rifiuti alimentari non vadano interamente sprecati.